La voce del traduttore

Nel 2021, in stretto e continuo contatto con l’autrice, ho realizzato la versione italiana del romanzo sloveno “Ivana pred morjem” di Veronika Simoniti, uscito oggi, 26 maggio 2022, nel catalogo dell’editore Morellini con il titolo di “Ivana davanti al mare”. Ne approfitto per illustrare le caratteristiche dell’opera letteraria che, dopo le traduzioni effettuate in altre lingue, finalmente anche il lettore italiano troverà in tutte librerie.
 
Innanzitutto il titolo. Ho scelto di tradurre letteralmente quello sloveno, respingendo altre opzioni possibili, come “Ivana al mare” o “Ivana e il mare”, semplicemente perché qualsiasi altro titolo avrebbe banalizzato e involgarito un’opera assai elegante e originale, sia per la storia che per lo stile scrittorio e per le modalità che ne regolano l’arco drammaturgico e la struttura, ossia il modulo fisso che scandisce i capitoli, facilitando al lettore la comprensione di una trama in cui l’oggi e i segmenti della linea del tempo passata si alternano ripetutamente, ma senza ingenerare confusione, cioè diremmo ordinatamente. Sono tutti elementi, questi, tipici e peculiari della narratrice lubianese, i cui precedenti e successivi romanzi e racconti non mancano di amalgamare ricercatezza lessicale, profonda riflessività interiore, cura strutturale e attenzione all’aspetto cronologico dell’intreccio. Il romanzo, uscito in Slovenia nel 2019 e nel 2020 vincitore dello Strega sloveno, il Premio Kresnik, si è rivelato subito, inaspettatamente per l’autrice stessa, campione di vendite (oltre cinquemila copie, quattro ristampe dopo la prima edizione, in un Paese di due milioni di abitanti in cui mediamente una novità del genere non supera le mille copie).
 
La storia narrata
 
Il piatto forte di “Ivana” è senza dubbio costituito dalla storia, che viene narrata da una donna slovena di oggi a mano a mano che ella, tramite lettere, foto e testimonianze orali, scopre aspetti inediti (e spesso anche stupefacenti) della propria famiglia. La vicenda, dunque, nel suo insieme, si sviluppa in uno spazio temporale compreso tra gli anni Venti del Novecento e la contemporaneità. E la protagonista, Ivana, altri non è che la nonna materna, la cui esistenza viene ricostruita dalla nipote/voce narrante a partire dalla giovinezza, intorno agli Anni Venti, per finire con gli Anni Novanta del Novecento, passando attraverso la fase, qui di centrale importanza, della Seconda Guerra Mondiale. Il tutto seguendo il filo rosso di un dubbio, emerso proprio da un’immagine fotografica allegata a quelle lettere della nonna mai scoperte prima, un dubbio sconvolgente cui la voce narrante sta cercando di dare risposta, mentre ai suoi occhi emerge una figura di donna che, svestendosi dei panni della nonna un po’ chiusa e ritrosa che conosceva, si ricompone lentamente in una complessità e prorompente vitalità femminile del tutto diversa e semovente, plastica, dal carattere ostinato e l’anima sofferente e incerta, spontanea e timorosa, a tratti ribelle e coraggiosa, altrove ripiegata e vittimistica, con i suoi profumi, le sue piccole vanità e furbizie, le sue debolezze sentimentali. Uno spaccato di donna del Novecento che, esorbitando decisamente dal microcosmo sloveno e iugoslavo, acquisisce le fattezze assai diffuse presso la popolazione femminile dell’intera Europa vissuta nel “secolo breve”.

L’accoglienza

Personalmente, reputo possibile che il clamoroso successo di critica e di pubblico dell’opera sia da attribuirsi a un paio di fattori decisivi, dei quali il primo è la scelta di un linguaggio riconoscibile, composito, colorato, con pennellate poetiche, originale e fruibile, ma che non indulge al barocco ed evita disomogeneità e gratuite asperità; e il secondo è il “taglio” realistico ma affatto usuale del racconto, in cui possiamo tutti immedesimarci in una persona che nel XXI secolo si trovi, di punto in bianco, a lasciarsi trasportare, ma a ritroso, da un fiume storico di cui, a ben vedere, lei finora ben poco sapeva… senza sapere di non sapere, diremmo parafrasando il filosofo della maieutica.

(Sergio Sozi, 26 maggio 2022)

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